PONTE SARRIGONE:
La vegetazione di questo sito non si discosta molto da quella descritta per la località Cotte, a cui si aggiunge la presenza di lembi di vegetazione igrofila in corrispondenza del torrente. L’elemento che caratterizza queste formazioni è il salice bianco (Salix alba), a cui si aggiungono sambuco (Sambucus nigra) e in qualche caso anche pioppo tremolo (Populus tremula).
Etimologia: attualmente non è ancora chiara l’origine dell’epiteto specifico. Il termine morio potrebbe derivare dal latino morio-onis (pagliaccio), a causa dei fiori maculati che ricordano i vestiti di un pagliaccio, o morrion dallo spagnolo (elmo) per come sono disposti i tepali.
Descrizione: pianta non molto alta può raggiungere i 35 cm di altezza. Lo scapo, partendo dal basso, va dal verde al violaceo. Le foglie inferiori sono lanceolate e disposte a rosetta basale, mentre le superiori avvolgenti lo scapo. L’infiorescenza può essere composta da 5 fino a 25 fiori. I fiori sono di colore porpora e non sono rari i fiori bianchi. I tepali sono quasi sempre striati di verde. Labello trilobo, presenta il bordo crenulato, la parte centrale è più chiara dei margini caratterizzata da tante piccole macule color porpora.
Etimologia: Coeloglossum deriva dal greco Koilos-glossa (dalla lingua cava) e viride dal latino viridis (verde) per il colore verde dei fiori.
Descrizione: pianta alta fino ai 35 cm. Fusto verde e scanalato. Le foglie inferiori sono ovate mentre quelle superiori sono lanceolate e acute. L’infiorescenza lassa con un massimo di 25 fiori. I fiori sono di colore verde chiaro, i sepali e i petali sono riuniti a formare un casco intorno al labello.
Il labello è pendulo a forma di lingua, trilobato, verde con margini sfumati di colore rosso-brunastro. I lobi laterali sono più lunghi rispetto al mediano e sono leggermente ripiegati verso avanti. Sperone piccolo, sacciforme e nettarifero. Ginostemio piccolo e pollinii divergenti verso il basso.
Etimologia: il termine apifera deriva dal latino apis e fero (portatore di api) per la somiglianza del fiore con l’ape.
Descrizione: pianta alta fino a 60 cm. Scapo verde chiaro e robusto, foglie verde chiaro riunite a formare una rosetta basale. Infiorescenza lassa con 2 massimo 10 fiori. Fiori relativamente grandi con sepali di vario colore dal bianco al rosa, con una nervatura al centro verde. Petali molto piccoli, verdi e triangolari. Il labello è vellutato di colore bruno trilobato, con i lobi laterali piccoli e pelosi. Il lobo mediano è tondo e presenta una macula poco articolata, bordata da una linea gialla molto spessa. Ginostemio a rostro acuto con la tipica forma di una S.
Etimologia: il nome gli è stato attribuito per onorare il famoso botanico Antonio Bertoloni.
Descrizione: pianta non molto alta può raggiungere al massimo i 30 cm. Fusto esile e verde. Le foglie sono disposte a rosetta basale. L’infiorescenza può essere formata da 2 ad 8 fiori grandi. I sepali sono rosa, mentre i tepali sono di un rosa più intenso rispetto ai sepali a volte sono porporini. Il labello intero, nero ha la tipica forma di una sella coperto di peli sui margini di colore bruno-rossastro. Sulla base del labello c’è una macula a forma di scudo lucido di colore blu-rosso. L’apicolo è molto grosso ha un colore che va dal verde al giallo rivolto verso l’alto o in avanti. Ginostemio allungato e appuntito.
Etimologia: holosericea deriva dal greco holos-e (tutto) e serikos (seta), per l’aspetto vellutato del labello.
Descrizione: questa specie si caratterizza per la sua elevata variabilità morfologica che ha portato molti autori a descrivere diverse entità infraspecifiche. Pianta alta fino a 40 cm. Scapo eretto e di colore verde chiaro. Le foglie inferiori quasi tutte sono riunite a formare una rosetta basale, quelle superiori sono avvolgenti lo scapo.
L’infiorescenza a spiga può essere formata da 2 fino a 10 fiori. I sepali sono ovati possono essere bianchi, rosa o rosso porporini con nervature verdi. Petali subtriangolari, rosa o rossi porporini e raramente bianchi. Il labello è rivolto verso il basso, vellutato con pelosità marginale di colore brunastra con gibbosità basali più o meno evidenti. Macula di forma molto variabile di colore rosso-brunastro con margini di colore bianco o giallo. Apicolo molto sviluppato rivolto in avanti e in alto verde-giallastro. Ginostemio corto e acuto.
Etimologia: l’epiteto fusca deriva dal latino fuscus (scura), per il colore scuro del labello. Il nome lucana invece, è legato al nome del luogo dove è stata avvistata per la prima volta in Basilicata.
Descrizione: pianta alta fino ai 25 cm. Fusto sottile e di colore verde chiaro. Le foglie inferiori sono disposte a rosetta basale. L’infiorescenza densa, può essere caratterizzata da 2 ad 8 fiori.
I fiori sono grandi e scuri. I tepali sono di colore verde-giallastro e quello mediano è ricurvo sul ginostemio. Il labello è di colore bruno, vellutato con il bordo giallo ben evidente. La macula ricopre circa due terzi dell’ intero labello di colore grigio metallico e rosso ruggine verso la base, inoltre la cavità stigmatica è caratterizzata da una pelosità biancastra.
Etimologia: l’epiteto sphegodes deriva dal greco sphekos, che significa simile a una vespa.
Descrizione: pianta alta fino a 55 cm. Scapo esile e verde. Le foglie inferiori sono riunite a formare un a rosetta basale di colore verde chiaro, le foglie superiori avvolgono il fusto. L’infiorescenza può essere formata da 2 fino a 15 fiori. Sepali verdi e quello mediano è leggermente rivolto in avanti, i petali sono più piccoli con i margini leggermente rosei e ondulati. Il labello è grande e rivolto verso il basso, molto variabile per forma e colore, munito di pelosità marginale. Spesso il margine è bordato da una linea gialla. Ha una macula a forma di H di colore brunastro o blu scuro. Ginostemio verdastro e molto evidente.
Etimologia: l’epiteto purpurea deriva dal latino purpureus-a (color porpora) dato il colore di alcune parti dl fiore.
Descrizione: pianta alta fino ad 80 cm. Scapo robusto e cilindrico verde alla base e sfumato di viola all’apice. Foglie inferiori grandi di colore verde lucido, oblunghe, e disposte a rosetta basale, le superiori sono avvolgenti il fusto. Infiorescenza densa con fiori grandi di colore rosa-porpora. Sepali e petali sono riuniti a formare un casco sul labello di colore verdastro con evidenti striature e macule porpora. Il labello è trilobato con fondo bianco o rosa sfumato con evidenti macule porpora e margini color porpora. Sperone non più lungo dell’ ovario, ricurvo verso il basso e ginostemio ottuso.
Etimologia: l’epiteto bifolia deriva dal latino che significa due foglie, dovuto al fatto che questa pianta ha due grandi foglie alla base.
Descrizione: pianta alta fino a 50 cm. Lo scapo è esile di colore verde chiaro. Le foglie alla base sono grandi oblungo-lanceolate e lucide. L’infiorescenza lassa e cilindrica multiflora può essere formata da un massimo di 40 fiori molto profumati. I tepali sono di colore bianco appena sfumati di verde. Il tepalo mediano è più corto rispetto agli altri e ripiegato in avanti. Il labello è pendulo, bianco con la punta sfumata di verde. Sperone nettarifero, lungo e sottile e più lungo rispetto all’ ovario.
Etimologia: l’epiteto vomeracea deriva dal latino vomer (vomere) per la forma del labello nella parte distale che ricorda il vomere di un aratro.
Descrizione: pianta alta fino a 55 cm. Scapo robusto di colore violaceo. Foglie di colore verde-azzurre guainanti lanceolate e arcuate, le basali in rosetta con guaina spesso striata in rosso violaceo. Infiorescenza lassa e allungata fino ad assumere un aspetto esile e filiforme, presenta da 3 a 12 fiori. I sepali sono rossi all’ interno e grigi all’ esterno e presentano striature purpuree, i petali sono di colore rosso-nero. Il labello è rosso-brunastro, trilobato. Il lobo medio è stretto e cosparso di peli a volte con una zona più chiara al centro. Lobi laterali molto scuri e nascosti tra i tepali. Rari sono i casi in cui questa pianta ha fiori albini. Sperone assente.
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